di seguito trovate: Lo Studio del Vangelo secondo P. Chevrier – Il Quaderno di vita – La Revisione di vita.

Lo Studio del Vangelo secondo Padre Chevrier

  1. PERCHE’ IL P. CHEVRIER FA LO STUDIO DEL VANGELO

Nel Vangelo il p. Chevrier cerca Qualcuno che si è manifestato a lui nella notte di Natale 1856,  l’ ha conquistato  un pò come aveva conquistato Paolo (cfr. Fil. 3,12). Questo qualcuno del quale continuamente ci dice che “conoscerlo,  è tutto… Nessun studio, nessuna scienza deve avere la precedenza su questa. E’ la più necessaria, la più utile a colui che vuole essere prete, suo discepolo, perché  solo questa conoscenza può fare i preti. Le altre scienze sono solo secondarie e accidentali  (V.D. p. 113) ` Questo qualcuno che egli ha deciso di seguire più da vicino per poter lavorare efficacemente  per la salvezza degli  uomini.

Perciò il Padre Chevrier piuttosto che studio del Vangelo preferisce dire studio di Nostro Signore”.  “Noi troviamo nello studio di Nostro Signore la vera luce, troviamo il nostro regolamento di vita tutto fatto, tutto preparato” VD  pag 516 Che lo studio di Gesù Cristo sia per voi uno studio caro al vostro cuore. La passione del Padre Chevier per Gesù Cristo, per conoscerlo amarlo, seguirlo, farlo conoscere con semplicità rende ragione del lungo tempo che egli passerà a studiare e far studiare il Vangelo.  Così egli scrive al Padre Jaricot il 20 marzo 1868:

“Leggo il Santo Vangelo. Come tutto quello che Nostro Signore ha detto è detto bene e come noi dobbiamo preoccuparci di metterlo in pratica. Oh caro fratello, studiamo sempre questo libro enon smettete di leggerlo per mettere in pratica quello che vi trovate; sarà la nostra regola come voi ben sapete…” “Che i misteri di Nostro Signore vi siano cosi familiari da poterne parlare come di una cosa che vi appartiene, che vi è familiare, come le persone sanno parlare della loro situazione, del loro vestito, dei loro affari”. (Lettera 67).

Nello studio del Vangelo così compreso egli attinge lo Spirito di Dio, il solo capace di fare dei discepoli e degli apostoli, il solo capace di trasformare in Gesù Cristo, luce del mondo e sale della terra, di fare di lui, secondo l’espressione che gli è cara un altro Cristo… “Che cosa dunque dobbiamo fare? Studiare nostro Signore Gesù, ascoltare la sua parola, esaminare le sue azioni, per conformarci a lui e riempirci di Spirito Santo”  (V.D. p. 225.)

2. COME IL P. CHEVRIER  FA LO STUDIO  DEL VANGELO

Il P. Chevrier non trascura gli studi fatti al suo tempo sul Vangelo, si tratta generalmente di commentari. Così egli ha una bibbia che contiene la traduzione parafrasata di Carrières e i commentari di Méniochus. Per S. Paolo utilizza Picquigny…”(Six, ed. francese p.104 nota 98). A nostra volta noi non dobbiamo trascurare gli studi esegetici e i vari metodi di approccio della Scrittura che sono a nostra disposizione… sarebbe uno sbaglio. Ma ugualmente il P. Chevrier può essere per noi una guida.

Come lui POSSIAMO APRIRE DEI CANTIERI DI STUDIO DEL VANGELO

al fine di diventare dei discepoli e degli apostoli. Il “Vero Discepolo” contiene i principali cantieri aperti dal P. Chevrier nel Vangelo, cantieri proposti ora a noi:

  •  lo studio del Prologo di Giovanni la cui meditazione è stata una delle sorgenti della grazia del Natale 1856, quindi della sua conversione: (V.D. p. 59-63).
  •  la raccolta delle testimonianze rese alla divinità di Gesù, eco della grazia del Natale 1856: “ll Figlio di Dio  discese sulla terra per salvare gli uomini e convertire i peccatori… (V.D. p. 69-82.
  • lo studio dei titoli di Gesù Cristo  (V.D. p. 89-108)
  • lo studio su l’attachement a Gesù Cristo (V.D. p. 113-327)

lo studio delle cinque condizioni da porre per diventare un vero discepolo di Gesù. V.D. 2^ parte… All’origine delle annotazioni e dei commenti che il P. Chevrier fa in questi studi, ci sono numerosi testi biblici., Si possono studiare i testi più importanti, in particolare i capitoli sulle rinunce e sul seguire Gesù Cristo, quelli almeno che tornano più spesso. Si tratta di un lavoro di largo respiro che può impegnare  tutta la vita ma che può permetterci di entrare nella grazia ‘ che Dio ha concesso ad Antonio Chevrier e che Egli vuol fare al Prado di oggi: la grazia di diventare dei preti poveri secondo il Vangelo per evangelizzare i poveri…

Questo compito non è mai finito e occorre renderlo attuale e tradurlo in pratica secondo le tappe della nostra vita , i luoghi e le circostanze nelle quali noi viviamo il nostro ministero…   Si noterà che nei differenti cantieri del V.D. si trovano numerosi testi dell’apostolo Paolo… Per il P. Chevrier, egli era il grande modello dei preti, dei veri discepoli (Cf. Six, edizione francese pg 391-392) ed è per questo che egli l’ha molto studiato.

Nota – Spesso, quando il P. Chevrier cerca una luce nella Bibbia

–  egli guarda anzitutto come Gesù agisce,

–  poi riunisce e ascolta le sue parole,

–  successivamente osserva come i discepoli lo imitarono

–  in modo particolare San Paolo

Per lui si trattava di un riflesso vitale: “Noi troviamo nello studio di Nostro Signore la vera luce… solamente, bisogna cercarvela e trovarvela; quando si va in un gran campo, vi è ogni specie di piante in quel campo; se avete bisogno di una Violetta, bisogna cercarla; se avete bisogno di foglie rare, bisogna cercarle. Cercate nel Vangelo e troverete tutte le piante e i fiori che ci sono necessari per darci la vita e mantenerla in noi”.   (VD p. 517)

Infine si può seguire il calendario dell’anno liturgico e studiare i testi che ci sono proposti.  Nel suo piccolo trattato sulla preghera il P. Chevrier scrive: “ la Chiesa stessa ci ha indicato l’ordine che noi dobbiamo se seguire nello studio di Nostro Signore attraverso la divisione del dell’anno liturgico e attraverso il ritorno ciclico delle feste che vi si celebrano e prendere un’ altra direzione sarebbe senza grande significato… In questa maniera noi ripercorriamo tutta la vita di Nostro Signore… Possa questo mezzo tornarci utile, possa darci l’insegnamento e la fede, fare di noi dei santi, questa è la via più facile e sicura”.

3. UNO STUDIO NELLA FEDE E NELLA PREGHIERA

Abbiamo visto che il P. Chevrier non_trascurava i commentari della Scrittura, che egli leggeva e rileggeva il Vangelo a partire da quello che egli cercava, che egli riuniva i testi: si trattava di un vero lavoro. Ma al di là di questo lavoro, la cosa più importante per lui era di fare uno studio del Vangelo nella fede, nella preghiera,   nella grazia dello Spirito Santo. Su un foglio un giorno annota questa riflessione: da rifare perchè non vi ho pregato sopra”

Egli va verso il Vangelo come verso qualcuno che vuole comunicarsi e manifestarsi a Lui: “Il Vangelo contiene le parole e le azioni di Gesù Cristo… Le sue parole, le sue azioni sono come altrettante luci che lo Spirito Santo ci da dal presepe fino al calvario. Ogni parola di Gesù Cristo, ogni esempio è come un raggio di luce che viene dal cielo per illuminarci e comunicarci la vita” (V.D. p. 225). Lo studio del Vangelo senza la preghiera non può portare frutto in noi:

“Bisogna leggere e rileggere il santo Vangelo, penetrarsene, studiarlo, saperlo a memoria, studiare ogni parola, ogni azione; per coglierne il senso e farlo passare nei propri pensieri e delle proprie azioni. E’ nella preghiera di ogni giorno che bisogna fare questo studio e che bisogna far passare Gesù Cristo nella propria vita”  (V.D. p. 227). Vedere le azioni di Gesù, “i suoi esempi”, ascoltare le sue parole, “il suo insegnamento” sono due piste fondamentali per il P. Chevrier nello studio del Vangelo; esse tuttavia non contano niente se non sono vissute in un cuore povero, in un cuore semplice, che si lascia guidare dallo Spirito: “Bisogna farsi piccoli e semplici perchè è soltanto ai piccoli e agli umili che si comunica lo Spirito di Dio, è a loro che Gesù Cristo fa conoscere le cose spirituali e celesti”.

“E’ necessario che sia Dio stesso a farci capire la sua parola e ciò che egli stesso dice. Poichè nessuno conosce le cose che sono in Dio, se non-lo Spirito di Dio. Bisogna che lo Spirito Santo ci dia il senso delle cose spirituali e divine e ci sveli Gesù Cristo, ci dia occhi per vedere, orecchie per ascoltare e soprattutto un cuore per sentire e attirarci a lui” (V.D. p. 118). “L’azione dello Spirito Santo è per così dire la più necessaria perchè a cosa servirebbe vedere se non si capisce quello che si vede, a cosa serve ascoltare se non si comprende quello che si ascolta, a cosa serve capire se non si ama”  (Lettre 66).

In una lettera al P. Jaricot già citata (lettre 67) il P. Chevrier gli indica come fare studio del Vangelo nella preghiera. Senza dubbio è il suo modo di fare studio del Vangelo: “Leggendo, prendete a fondamento della vostra preghiera la storia del mistero e studiate ogni parola, ogni azione, ogni virtù  cercate di farla entrare nel vostro spirito (conoscere), nel vostro cuore (amare) e nella vostra vita (seguire).  annotate le cose che più vi colpiscono e più tardi questo vi tornerà utile. E’ cosi che noi ci formiamo”.

A proposito della via Crucis, lo studio della Passione, egli continua: “Non preoccupatevi troppo di finire ma se qualche stazione vi colpisce, se lo Spirito Santo vi illumina su un aspetto di questa stazione, fermatevi assaporate la grazia di Dio, accogliete la luce che vi viene offerta: non bisogna trascurare le luci e le grazie nel momento in cui arrivano. Anche se non arrivate alla fine, questo non ha importanza: bisogna cercare anzitutto la luce e la grazia e non il numero delle preghiere”.

Ecco il ritratto del P. Chevrier in preghiera, che studia il Vangelo e sono gli stessi aspetti, gli stessi atteggiamenti che si ritrovano nella preghiera O Verbo, O Cristo V.D. p. 108: “Fa, o Cristo che io ti conosca e ti ami… Lascia che un raggio di questa luce divina invada la mia povera anima, affinchè possa vederti e comprenderti. Metti in me una grande fede in te, affinchè tutte le tue parolesiano per me altrettante luci che mi illuminano e mi facciano venire a te e seguirtiper le vie della giustizia e della verità. Voglio ascoltare la tua divina parola…voglio ascoltarla, meditarla, metterla in pratica, perchè nella tua parola c’è la vita, la gioia, la pace e la felicità. Sono gli atteggiamenti di fede che a nostra volta dobbiamo riprendere, erano gli atteggiamenti dei primi discepoli di Gesù (Cf. Gv. 1,35).

Il quaderno di vita

CHE COS’E’ UN QUADERNO DI VITA?

  • Il quaderno di vita é annotare ciò che abbiamo vissuto con le persone davanti al Signore.
  •  Non è una introspezione psicologica, come il diario intimo, ma lo sguardo contemplativo del pastore sul suo ministero apostolico.

PRESUPPOSTI TEOLOGICI

– Il quaderno di vita ha gli stessi presupposti teologici della Revisione di vita: Dio, Creatore e Signore, ha un disegno di salvezza sul mondo e sulla storia; Egli é il Salvatore Incarnato che agisce nella finitudine e l’ambiguità della nostra storia; Egli é lo Spirito, Amore Vivente, che è presente e lavora in ciascuno di noi. L’uomo è chiamato a diventare santo nel concreto della sua vita quotidiana, collaborando con Dio nella storia degli uomini.

– La funzione della memoria, nella tradizione spirituale biblica ed ecclesiale, è molto importante per rileggere la vita alla luce della Parola. Cfr. Gen.28,16; Gv.2,21-22; 13,7; 20,14; Lc.24,32; Fil.1,3; Cfr. S.Agostino, Ignazio, Teresa…

IL QUADERNO DI VITA NEL PRADO

  • Il quaderno di vita ha lo stesso scopo dello Studio del Vangelo e della Revisione di vita: conoscere la Persona di Gesù Cristo e rendersi così veramente efficaci nella evangelizzazione dei poveri.

TRE MOMENTI – TRE PREOCCUPAZIONI FONDAMENTALI

Vedere:  notare con semplicità i fatti, gli incontri, i dialoghi vissuti con le persone, con la preoccupazione dell’ oggettività, di obbedienza agli avvenimenti come noi li riceviamo dal Padre.

Contemplare:  rinnovare l’atto di fede nella presenza e l’azione del Signore e accogliere la luce delle Scritture su questo fatto, nella preoccupazione della comunione con la Persona del Cristo, con il suo sguardo d’amore e con la sua Passione, Morte e Resurrezione oggi, nella preghiera d’adorazione, d’azione di grazie, d’intercessione.

Agire: accogliere le chiamate del Signore, nella preoccupazione della conversione della nostra vita e del nostro ministero, per collaborare efficacemente all’ azione dello Spirito nel mondo.

I FRUTTI DEL QUADERNO DI VITA

– Il quaderno di vita è un luogo di obbedienza agli avvenimenti e alla vita degli uomini.

– è un luogo di contemplazione  della Persona di Gesù Cristo e dell’azione del suo   Spirito nell’oggi del nostro popolo.

– è un luogo di discernimento dei doni, carismi, vocazioni nella comunità.

– è un luogo  di unificazione   della nostra vita e del nostro ministero nel Cristo.

– è un luogo di conversione  permanente della vita e del ministero, nella gioia, la   speranza, la creatività apostolica.

– è un luogo di raccolta delle “perle del Regno”, sorgente della nostra preghiera e   della nostra predicazione.

La Revisione di vita

 UNO “SGUARDO TELOGALE” SULLA VITA

E’ imparare a guardare la vita degli uomini, le loro relazioni nei gruppi di cui fanno parte, le loro azioni, le loro parole, il mondo che stanno per costruire, le loro trasformazioni, la loro storia…dal “punto di vista” di Dio, con il suo sguardo, cercando di discernere come si attua il suo Disegno d’Amore e di Salvezza.

E’ prendere il tempo per fermarci, riflettere e meditare su ciò che abbiamo vissuto tra gli uomini, sotto lo sguardo di Dio e in un atteggiamento di ricerca della sua presenza e dei suoi appelli.

A guidarci in questo sguardo é Ia fede dell’azione di Dio nel cuore delle persone, degli avvenimenti del mondo, affinché si realizzi il suo Disegno di Amore e venga il suo Regno.

Il verbo di Dio, fattosi carne lui stesso, … é venuto abitare sulla terra degli uomini, tuttora opera nel cuore degli uomini con la virtù del suo Spirito, non solo suscitando il desiderio del mondo futuro, ma per ciò stesso anche ispirando, purificando e fortificando quei numerosi propositi con i quali la famiglia degli uomini cerca di rendere più umana la propria vita e di sottomettere a questo fine tutta la terra” (GS 38).

 Vivere questo cammino é cercare di capire come oggi il Signore continua a “a visitare” il suo popolo in vista della sua liberazione (Lc. 1,68.78),  è credere che “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno e che egli ha predestinato a essere conformi all’immagine del Figlio suo” (Rm. 8, 28-29)…. e cercare di vedere come ciò si realizza. (Leggi: VD, a pagi 89-90) “Alla tua luce vediamo la luce” (Sal.36,10)

  1. IL QUADERNO DI VITA: FARE MEMORIA DELLA VITA NELLA FEDE

(vedi sopra)

  • Per molti è utile  il Quaderno di vita, dove si nota e si rilegge ciò che si é vissuto, seguendo per quanto possibile il metodo descritto sopra.
  • é utile poi sostenersi e avere l’ 0ccasione di uno scambio in gruppo. In gruppo si potranno condividere esperienze, difficoltà e scoperte personali.
  • IN  GRUPPO:  fare la revisione di vita, significa:

-Mettere in comune fatti della vita relativi alla storia di una persona o di un gruppo relativi al nostro ministero tra loro. 

– Rileggerli nella fede e nella preghiera, condividere lo sguardo teologale portato sulla vita di quella persona e arricchirlo degli apporti del gruppo, comunità ecclesiale.

– Incontrare li Gesù Cristo che ci parla, ci chiama a seguirlo, a convertirci, per condurre una vita da discepolo e da apostolo, per collaborate nel nostro posto al suo Disegno di Amore e di Salvezza. E’ importante vivere bene le tre tappe.

Nel primo tempo, si cercherà di aiutarsi e di farsi delle domande affinché tutte le componenti della vita siano messe bene in evidenza. Ciascuno deve fare bene attenzione a ciò che e in gioco. Sarà opportuno che le persone in questione siano risituate nella loro storia e nel contesto collettivo.

Prima di passare al secondo momento, l’esperienza insegna che è prezioso  del tempo passato in silenzio e in preghiera in vista di arricchire la continuazione dello scambio sul nostro incontro con Cristo in questa nostra vita e sulle chiamate che vi percepiamo.

Lo scambio successivo, all’interno di questa comunità ecclesiale che é il gruppo, permette di verificare insieme, di arricchire, di confermare o di criticare l’esperienza spirituale che si sta facendo.

Non ci possono essere questionari che servono per tutte le situazioni. L’importante é capire bene il cammino di fondo. Sarà praticando la RdV che ogni gruppo gradualmente elaborerà il suo particolare iter.

La RdV é un mezzo e un esercizio al servizio di una esistenza vissuta nell’ascolto del Signore là dove Egli parla, nella ricerca di una disponibilità a Lui e alla sua azione all’interno della nostra vita e del nostro ministero. Noi la pratichiamo per impegnarci a lasciarci guidare dallo Spirito del Signore all’ interno  della nostra vita attiva, della nostra responsabilità e della nostra missione nel mondo. Essa ci permette inoltre di annunciare Gesù Cristo essendo noi stessi e diventando sempre più fedeli alla vita dei poveri, di comprendere e di amare. alla maniera di Dio e di annunciare il Vangelo con semplicità di cuore.

La Revisione di vita e lo Studio del Vangelo si arricchiscono reciprocamente. Lo studio del        Vangelo,  come l’ha praticato il P. Chrevrier, ci fa guardare gli avvenimenti piccoli e grandi della vita di  Cristo, con attenzione e nei particolari, con amore, con il desiderio di non lasciare perdere   nulla di ciò che può parlarci di Lui, della sua opera, dei suoi atteggiamenti, dei suoi appelli.

Tutto ciò ci aiuta a portare uno sguardo, che abbiamo chiamato teologale sulla vita di Gesù Risorto insieme con gli uomini di oggi. E la conoscenza che vi attingiamo dal Cristo, ci aiuta a riscoprirla nella Rdv. Lo studio del Vangelo come la RdV, e un mezzo e un esercizio al servizio di una vita con Cristo, nella docilità la più continua possibile al suo Spirito. Il mezzo non e il fine. Ma senza mezzi non si giunge al fine.

Rapporto tra “Catechizzare i poveri” e la Revisione di vita.

Per poter parlare di Gesù Cristo ai poveri con semplicità, nella parola e con riferimenti a realtà e situazioni a loro familiari, dando maggiore importanza nelle loro reazioni a ciò che viene né dalla carne ne dal sangue ma dal Padre che e nei cieli, l’attenzione intensa e teologale alla loro vita e assai importante, come pure i mezzi concreti per attuarla.-  

– “E’ Dio che compie le opere… Egli prende un’anima. La gira e la rigira, la modella, la getta, la riprende la pone or qui or la. Ne sceglie un’altra e poi un’altra. Le raggruppa e a suo tempo, fa sbocciare la grazia…”, come esprime il Padre Chevrier. Occorre discernere il lavoro di Dio per collaborare alla sua Opera.

– Bisogna seguire Gesù Cristo in ciò che opera oggi come ieri: “seguitemi, cioè, fate come me, passate per lo stesso mio cammino… bisogna che voi continua te la mia opera. Voi siete i miei apostoli, i miei successori” (V.D. pag. 342).

Mettersi in ascolto dello Spirito che fa rinascere gli uomini (Gv. 3,8; At. 10,47) nel tessuto della loro vita, è importante poiché lo Spirito e come la linfa “che forma l’albero gli da la vita, fa crescere i rami, gli da le foglie, i fiori e i frutti…” Appena la linfa viene a mancare, tutto muore, ma quando essa è presente, tutto funziona, tutto cresce, tutto prende vita (Ms X p. 324).